Nato a Voghera il 15 novembre 1902, trascorse gran parte della sua vita a Torino, dove si affermò come intellettuale di spicco durante un periodo segnato da grandi trasformazioni politiche e sociali in Italia. La sua storia è caratterizzata dall’impegno culturale e civile, specialmente durante il periodo del fascismo e successivamente nella Resistenza.
Gli Anni della Formazione e il Primo Impegno Culturale
Antonicelli proveniva da una famiglia colta e borghese, e studiò lettere all’Università di Torino. Nella Torino degli anni ’20 e ’30, divenne un punto di riferimento culturale grazie al suo talento letterario e alla sua passione per le arti. In quegli anni, ebbe modo di frequentare e stringere rapporti con altri intellettuali e artisti, tra cui Cesare Pavese, Natalia Ginzburg e Norberto Bobbio. Negli anni ’30, cominciò a lavorare come editore e fu tra i primi a pubblicare opere di poeti e scrittori emergenti del tempo.
L’Antifascismo e la Detenzione
Durante il regime fascista, Antonicelli si distinse per il suo impegno antifascista, partecipando a movimenti culturali e politici di opposizione. La sua posizione critica gli costò cara: nel 1935 fu arrestato per attività antifasciste e imprigionato per alcuni mesi. Dopo il rilascio, venne sottoposto a stretta sorveglianza e limitato nelle sue attività, ma non smise di dare il suo contributo alla cultura italiana. Durante questo periodo, scrisse poesie e articoli che celavano messaggi di resistenza e opposizione, pur nel rispetto delle restrizioni del regime. Fu anche precettore privato di Gianni Agnelli.
La Resistenza e l’Attività Partigiana
Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, Antonicelli si unì alla Resistenza italiana. Divenne uno dei principali leader del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Torino e contribuì attivamente alla lotta contro il fascismo e l’occupazione nazista. Le sue competenze organizzative e il suo carisma ne fecero una figura influente nella Resistenza piemontese, dove operava come mediatore tra varie formazioni partigiane e collaborava con altre personalità antifasciste.
Dopo la liberazione, nel 1945, Antonicelli fu una delle voci più forti nel difendere i valori della Resistenza e contribuì alla fondazione di istituzioni e iniziative culturali volte a preservare la memoria di quel periodo.
L’Attività Intellettuale e Politica nel Dopoguerra
Dopo la guerra, Antonicelli continuò a essere attivo sia come scrittore che come politico. Partecipò alla vita politica italiana come membro del Partito Liberale e poi del Partito Repubblicano ma fu anche un intellettuale indipendente, spesso critico e autonomo nelle sue posizioni. Negli anni ’60 e ’70, tenne numerose conferenze e lezioni pubbliche, cercando di promuovere una coscienza civica e democratica, specialmente tra i giovani. Nel 1968 venne eletto al Senato come indipendente nella lista del PCI-PSIUP per il collegio di Alessandria-Tortona. In quell’occasione fu costituito per la prima volta in Parlamento il gruppo degli indipendenti di sinistra
Oggi, Antonicelli è celebrato come uno degli intellettuali italiani più influenti del ventesimo secolo, il cui esempio continua a ispirare nuove generazioni a combattere per i valori di libertà, giustizia e uguaglianza.