Il 30 gennaio 1955, a Roma, Maria Maddalena Rossi celebra solennemente il decimo anniversario del suffragio femminile, un momento simbolico che racchiude il senso della sua lunga battaglia per i diritti delle donne e per una società più giusta. Tra il ritratto di Eleonora de Fonseca Pimentel e i rami di mandorlo fiorito, Rossi lancia un appello all’unità femminile contro il Patto Atlantico, evocando speranza e impegno per salvare la pace.
Nata a Codevilla (Pavia) il 29 settembre 1906, Maria Maddalena Rossi si laurea in Chimica all’Università di Pavia nel 1930, trasferendosi poi a Milano. Qui inizia il suo impegno politico clandestino nel Partito Comunista d’Italia, distinguendosi per il lavoro nel Soccorso Rosso. Arrestata nel 1942 e condannata al confino, si rifugia in Svizzera durante la guerra, dove cura la redazione di giornali per i prigionieri italiani. Tornata in Italia nel 1944, partecipa alla Resistenza, collaborando con «l’Unità» e guidando la Commissione femminile del Pci Alta Italia.
Eletta all’Assemblea Costituente nel 1946, Rossi si distingue per il suo impegno sui temi delle donne, denunciando con forza il dramma degli stupri di guerra. La sua sensibilità verso le vittime del conflitto emerge con parole incisive, capaci di dar voce a chi era stato relegato al silenzio.
Prima presidente dell’Unione Donne Italiane (UDI), Rossi guida l’associazione tra ricostruzione e Guerra Fredda, sostenendo campagne per i diritti sociali e la pace. Tuttavia, negli anni il suo approccio evolve, lasciando spazio a un orientamento più legato alle battaglie politiche generali della sinistra.
Dopo aver lasciato il Parlamento nel 1963, Rossi si trasferisce a Porto Venere, dove diventa sindaca dal 1970 al 1975, continuando il suo impegno civico a livello locale. Nel 1987, la Provincia di Milano le conferisce la medaglia d’oro per il suo contributo sociale, politico e civile.
Maria Maddalena Rossi muore a Milano il 19 settembre 1995. Il suo ricordo vive ancora nella sua città natale, Codevilla, dove una strada a lei intitolata testimonia l’eredità di una donna che ha dedicato la vita alla memoria, alla pace e alla giustizia sociale.