Luigi Mangiagalli è ricordato come il padre dell’università milanese, qualifica ottenuta dopo un’aspra diatriba con Camillo Golgi. Pochi sanno, però, che Mangiagalli nacque a Mortara il 16 giugno 1850 in una casa di piazza Silvabella, dove una lapide ancora lo ricorda. Proveniva da una famiglia di agricoltori, con un nonno, Antonio, che lavorava come agricoltore e commerciante a Monluè, nella periferia orientale di Milano. La famiglia si trasferì poi a Sant’Albino di Mortara, dove la nonna, di origine vigevanese, aveva ereditato 153 pertiche di terre.
Nel 1835, Giuseppe e Angelo, figli di Antonio, vendettero le terre e comprarono case in città, nella zona di San Cassiano e nell’attuale piazza Silvabella, dove Angelo aprì una drogheria. Il 9 aprile 1839, Angelo Mangiagalli sposò Teodolinda Falzoni, originaria di Cilavegna, e dal matrimonio nacquero cinque figli: uno morto poco dopo la nascita, Teresa, Antonio, Enrichetta e Luigi. La famiglia era benestante, come dimostrato dall’acquisto di un palco nel teatro cittadino Vittorio Emanuele II e dal fatto che tre figli proseguirono gli studi oltre i tre anni di scuola elementare. Luigi frequentò il ginnasio cittadino, dove conobbe Alessandro Cuzzi, uno studente che incrocerà spesso nel suo futuro professionale.
Dopo il ginnasio, Mangiagalli si iscrisse al liceo di Novara e poi frequentò la facoltà di Medicina a Pavia, dove si laureò a pieni voti nel 1873. Dopo un breve periodo trascorso all’ospedale di Vigevano, si trasferì a Milano, dove gli istituti clinici lo assegnarono al reparto di ostetricia del Santa Caterina alla Ruota in qualità di assistente gratuito. Qui ritrovò Cuzzi, che nel frattempo si era laureato a Torino. In pochi anni, la fama di Mangiagalli si diffuse a livello nazionale, soprattutto per le sue idee innovative in campo ostetrico e ginecologico.
Nel 1895, Cuzzi, divenuto professore ordinario a Pavia, morì per un’infezione contratta a seguito di un’autopsia, e Mangiagalli diventò primario di Ostetricia e Ginecologia del San Matteo, dove resterà per otto anni. Il docente di origini mortaresi, però, era profondamente legato alla città di Milano, in rappresentanza della quale nel 1902 fu eletto deputato al Parlamento. Nel 1903 ritornò a dirigere gli istituti clinici milanesi, che gli chiesero di fondare un’università. Iniziò così un lungo dissidio con Pavia e con il premio Nobel Camillo Golgi, strenuo difensore dell’ateneo pavese.
Mangiagalli fu considerato come una sorta di traditore dell’università in cui aveva studiato e insegnato, ma la sua determinazione portò frutti. La lotta con l’ateneo pavese si protrasse fino al 1923, quando la riforma Gentile autorizzò l’istituzione dell’Università Statale di Milano, di cui Mangiagalli fu il primo rettore. Morì nel 1928, lasciando un’impronta indelebile nella storia accademica e medica italiana.