Il 12 novembre 1491, il conte Carlo Barbiano di Belgioioso pose le basi di un importante centro spirituale e culturale, facendo costruire la Chiesa della Vergine del Morone di fronte al castello di Belgioioso. La chiesa, destinata a divenire un simbolo religioso e storico del territorio, accoglieva le salme dei conti fino al 1869 e rappresentava uno spazio di devozione per la comunità locale. Al contempo, Carlo concesse un vasto latifondo ai francescani minori osservanti, su cui sorse il convento di Santa Maria delle Grazie, completo di 18 celle e una splendida chiesa in stile gotico, come attestano documenti conservati nell’Archivio di Stato di Milano.
A testimonianza di questo legame tra i conti e la chiesa, il volume “Famiglie notabili milanesi” del 1875 ricorda l’atto di donazione che sottolineava il contributo del conte Carlo alla vita religiosa locale. La chiesa, arricchita dalla presenza dei frati, era anche luogo di riferimento per le attività della Scuola della Dottrina Cristiana e dei Disciplini di Maria Vergine, come rilevato nelle visite pastorali del Cinquecento.
Nel 1576, una visita apostolica documenta la crescita della comunità parrocchiale di Belgioioso, che contava circa 800 anime, con una popolazione che probabilmente superava i mille abitanti, inclusi bambini e ragazzi. Tuttavia, nonostante il numero di fedeli, la chiesa si trovava in uno stato di estrema povertà: il parroco Antonius de Ragoggio, unico sacerdote a disposizione, si affidava spesso al supporto dei frati per gestire le crescenti esigenze della parrocchia, come riconosciuto dalle osservazioni del visitatore apostolico Angelo Peruzzi.
Questa chiesa, pur avendo tutte le funzioni sacramentali e giurisdizionali, mancava di un beneficio parrocchiale stabile. Il contributo dei parrocchiani era spesso limitato a qualche sacco di frumento e legumi, sporadiche donazioni che non garantivano la sussistenza del curato e della chiesa stessa. Il fabbricato, rimasto quasi identico al secolo precedente, rifletteva la modestia dei mezzi: arredi sacri essenziali, una sacrestia ricavata nel pianterreno del campanile e un cimitero senza recinzione.
La povertà materiale, però, non oscurò mai la devozione della comunità e il ruolo di questo luogo come simbolo di fede. La chiesa della Vergine del Morone è rimasta, fino ai giorni nostri, una testimonianza della storia del borgo e della fede popolare, che ha resistito, nonostante le difficoltà economiche, alla prova del tempo.