Carlo Forlanini nel 1882 inventò a Pavia, dove si era laureato in medicina, il pneumotorace artificiale, fondamentale per la guarigione dei tubercolotici. Fu un’invenzione che restituì speranza ai tantissimi malati e alle loro famiglie, basti pensare che all’inizio del Novecento si contavano in Italia quasi 60000 morti ogni anno per tubercolosi, per la maggior parte giovani.
Il principio su cui Forlanini fondò gli studi era basato sull’osservazione che gli ammalati di tubercolosi cavitaria (la tisi polmonare) che avevano fortuitamente uno pneumotorace spontaneo erano soggetti ad un decorso della malattia molto più favorevole. Questo suggerì a Forlanini che il polmone in riposo funzionale cicatrizzasse molto più velocemente e che quindi introducendo del gas inerte nella cavità pleurica in corrispondenza del polmone leso era possibile indurre artificiosamente questa condizione, favorendo in tal modo la guarigione. Era la cosiddetta tecnica della collassoterapia.
I suoi lavori lo portarono più volte tra il 1912 ed il 1918 vicinissimo al premio Nobel per la Medicina che tuttavia non raggiunse. Carlo Forlanini morì il 25 maggio 1918 a Nervi (GE).
(Raffaella Costa)