Carlo Albani è stato l’uomo del coraggio nel 1867, durante l’epidemia di colera in Calabria. Era nato a Travacò Siccomario, un piccolo comune alle porte di Pavia, il 6 ottobre 1843, da una modesta famiglia di agricoltori. Nel 1863 abbandona la vita nei campi per arruolarsi nel 68° reggimento fanteria e promosso caporale tre anni dopo, partecipa alla terza guerra d’indipendenza.
Nel 1867 si trova in Calabria con il suo reggimento mentre si stava diffondendo il colera. Il suo compito è fornire soccorso alla popolazione di Ardore e rafforzare la stazione dei carabinieri
Ma ecco la tragedia: agitata e convinta che il colera fosse diffuso da avvelenatori, la popolazione attacca le case di tre famiglie su cui sospettano. Queste ultime si rifugiano nella caserma dei Carabinieri che viene ben presto assediata dalla folla inferocita.
Albani resiste valorosamente, ma quando la situazione si fa insostenibile per l’incendio che sta divorando l’edificio, decide di tentare l’unica via di salvezza rimasta. Insieme ad alcuni soldati superstiti fa irruzione sulla folla aprendo un varco per mettere in salvo feriti, donne e bambini.
Il suo eroismo viene riconosciuto con la medaglia d’oro al valore e la sua storia di coraggio sarà citata anche da Edmondo De Amicis.