La Riserva Naturale Bosco Siro Negri rappresenta un autentico patrimonio naturalistico e scientifico delle terre pavesi. Situata sulla sponda destra del fiume Ticino, tra i comuni di Pavia e Zerbolò, questa area protetta è gestita dall’Università degli Studi di Pavia, che ne preserva l’integrità in omaggio alla visione del donatore Giuseppe Negri.
Il Bosco Siro Negri deve la sua esistenza a Giuseppe Negri, cittadino pavese e appassionato di natura, che nel 1967 donò all’Università il terreno. Tre anni dopo, in occasione dell’Anno Europeo per la Conservazione della Natura, l’area venne vincolata come Riserva naturale integrale e intitolata a Siro Negri, fratello del donatore. Con il Decreto Ministeriale dell’11 dicembre 1973, il Bosco ottenne ufficialmente lo status di Riserva Naturale dallo Stato Italiano.
In linea con le intenzioni del fondatore, la Riserva è gestita con l’obiettivo di conservarne l’ecosistema senza interventi diretti, limitando l’accesso per scopi scientifici, educativi e di vigilanza.
Originariamente estesa per circa 10,5 ettari, la superficie della Riserva è raddoppiata nel 2008 grazie all’acquisto di un fondo confinante precedentemente destinato alla pioppicoltura. La gestione è affidata al Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia, con il supporto del Ministero dell’Ambiente. Le attività comprendono la ricerca scientifica, la didattica e la divulgazione, anche attraverso il Centro Didattico Divulgativo situato presso l’Orto Botanico di Pavia.
Il Bosco Siro Negri rappresenta un esempio raro di foresta planiziale con caratteristiche di naturalità e minimo impatto antropico, conservando un prezioso retaggio botanico della Pianura Padana. Tra le sue peculiarità spicca la ricca fauna saproxilica, costituita da organismi che vivono nel legno morto, elemento distintivo del biotopo.