Il 16 maggio 1796 i giacobini abbattono a Pavia la statua del Regisole considerandola un simbolo monarchico. Tra gli abbattitori c’erano anche Giuseppe Rusconi, orefice di Pavia, Giovanni Boneschi, Domenico Magnaghi e Alessandro Costa. La statua viene poi posta e conservata in un magazzino del Municipio. Nel 1802 l’amministrazione municipale decide di farla riparare per esporla nuovamente, ma il Rusconi, che nel 1799 era tra l’altro scampato ad un arresto da parte degli austro-russi, col collega Giuseppe Emanuelli, incarica un certo Ferrario Gualli di spezzarla in piccolissimi pezzi, così da rendere impossibile ogni riparazione. Nel 1809 il metallo della statua viene venduto dal Municipio al falegname Gaspare Crespi e il ricavato è utilizzato per sistemare il pubblico passeggio in piazza Castello. Ma Pavia rivuole la sua statua. Così, verso la metà degli anni Trenta del Novecento viene affidata allo scultore Francesco Messina l’esecuzione di una copia del Regisole strettamente basata sulle riproduzioni antiche. La nuova statua è statua viene ricollocata in piazza Duomo nel 1937.