Il 16 novembre segna una data di particolare rilevanza per la Diocesi di Vigevano, che si arricchì nel 1817 di una nuova struttura territoriale grazie alla bolla di Papa Pio VII. Questa decisione rappresentò un ulteriore ampliamento rispetto alla fondazione originaria, voluta dal duca di Milano, Francesco Sforza, e sancita nel 1530 da papa Clemente VII. In quell’occasione, il territorio della nuova diocesi fu ricavato dalla diocesi di Novara e includeva solo tre parrocchie: Vigevano, Mortara e Gambolò.
Già pochi anni dopo la sua istituzione, nel 1532, la diocesi si espanse con l’erezione di altre due parrocchie in città, e nel 1535 venne annessa l’abbazia di Santa Maria di Acqualunga, precedentemente appartenente alla diocesi di Pavia. Tuttavia, l’ampliamento più significativo avvenne quasi tre secoli dopo, quando, il 16 novembre 1817, con un’altra bolla pontificia, Pio VII assegnò alla diocesi di Vigevano tutte le parrocchie della diocesi di Pavia poste a destra del Ticino e alcune altre che precedentemente appartenevano alla diocesi di Novara.
Questi cambiamenti hanno contribuito a plasmare la struttura attuale della diocesi, arricchendola di un patrimonio territoriale e religioso significativo e facendone un importante centro spirituale della regione. La storia della Diocesi di Vigevano è quindi anche la storia di un territorio che si è ampliato e trasformato nel corso dei secoli, conservando al contempo una forte identità religiosa e culturale.