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Accadde oggi

27/12/1897

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artista poliedrico partigiano italiano Voghera
Almanacco

Ambrogio Casati: Un Artista tra Arte, Guerra e Resistenza

Ambrogio Casati rappresenta una figura straordinaria dell’arte italiana del Novecento, la cui vita incarnò l’intreccio complesso tra creatività artistica, impegno militare e resistenza civile. Nato a Voghera il 27 dicembre 1897, Casati sin dalla giovinezza dimostrò una spiccata sensibilità artistica, influenzato dal padre Ferdinando e dal suo ambiente culturale che lo avvicinò presto al mondo delle arti visive.

La sua formazione artistica fu articolata e ricca di stimoli: dopo gli studi classici, abbandonò la Facoltà di Giurisprudenza per dedicarsi completamente all’arte, diplomandosi in scultura presso l’Accademia di Brera. Qui ebbe modo di formarsi sotto la guida di maestri come Giuseppe Graziosi e Vespasiano Bignami, che sicuramente contribuirono a plasmare il suo stile e la sua visione artistica.

Il suo percorso artistico si sviluppò attraverso tappe significative: dal primo esordio nel 1923 con una mostra a Voghera, alle prime commissioni importanti come le statue per la villa Necchi di Pavia, fino alle esposizioni nazionali che lo videro protagonista. L’opera “L’Anima Immortale”, esposta a Brera nel 1925, testimonia già la sua capacità di tradurre concetti astratti in forme scultoree.

Un capitolo cruciale della sua vita fu il soggiorno parigino, durato diversi anni, durante il quale Casati si confrontò con alcune delle più grandi personalità artistiche del tempo. La sua descrizione di Parigi come “una maga che esercita la menzogna come opera d’arte” rivela una sensibilità profonda e una capacità di osservazione che andava oltre la superficie delle cose. Qui poté ammirare da vicino artisti del calibro di Rodin, Bourdelle e Maillol, che sicuramente influenzarono il suo percorso artistico.

L’esperienza militare rappresentò un altro elemento fondamentale della sua biografia. Reduce della Prima Guerra Mondiale, dove aveva servito come ufficiale, fu nuovamente chiamato alle armi durante il periodo coloniale, trascorrendo del tempo in Libia dove documentò attraverso dipinti e disegni la realtà coloniale italiana. Questa esperienza lo portò a collaborare con riviste dell’epoca e a partecipare a importanti progetti decorativi.

Ma è forse nel periodo della Resistenza che Casati dimostrò il suo più alto valore morale. Dopo l’armistizio di Cassibile, si unì ai partigiani, mettendo a disposizione la sua esperienza militare per coordinare attività di collegamento tra diverse formazioni partigiane. La sua dedizione gli costò anche la cattura e la prigionia per cinque mesi, esperienza che non interruppe il suo impegno civile.

Dopo la guerra, Casati continuò la sua attività artistica a Voghera, realizzando numerose opere pubbliche: monumenti ai caduti, busti di personalità locali e decorazioni che ancora oggi arricchiscono chiese e spazi cittadini. Il suo contributo non fu solo artistico, ma anche storiografico, collaborando alla stesura della “Storia della Resistenza in provincia di Pavia”.

La sua eredità è oggi preservata grazie alla donazione del suo archivio all’Istituto pavese per la storia della Resistenza e alla trasformazione della sua casa-studio in un museo, a testimonianza di una vita interamente dedicata all’arte e all’impegno civile.

Ambrogio Casati morì nel 1977 al Policlinico di Pavia, lasciando un lascito artistico e umano di straordinario valore, sintesi mirabile di creatività, coraggio e dedizione alla propria terra e ai propri ideali.

 

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©️ RIPRODUZIONE RISERVATA



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