Piazza Grande: il cuore romano e medievale di Pavia
Piazza Vittoria, o piazza grande per distinguerla dalla vicina piazza piccola su cui si affaccia il Duomo. È il luogo più animato della città, con i tanti tavolini all’aperto che accolgono da mattina a sera schiere di giovani, e non solo. Corrisponde praticamente al punto di incrocio tra il cardo e il decumano, Strada Nuova e Corso Cavour, ed in passato è stata l’anima del commercio pavese. Intorno a lei l’abbraccio di portici trecenteschi, del palazzetto gotico “dei Diversi”, del Broletto e di una chiesa sconsacrata, Santa Maria in Gualtieri.
Se oggi è il luogo delle chiacchiere e degli incontri, nel periodo della dominazione spagnola è stato il posto della morte e della giustizia: qui, infatti, venivano eseguite le condanne a morte per impiccagione o decapitazione. La piazza, realizzata durante la signoria degli Sforza, si estende sullo spazio che un tempo corrispondeva al foro magno. Dopo la seconda guerra mondiale è stata rinominata Piazza della Vittoria, ma per i pavesi è sempre piazza grande e con questo nome l’ha celebrata anche il cantante Ron, nell’omonima canzone di cui ha scritto la musica insieme a Lucio Dalla, con parole di Sergio Barzotti.
Il Broletto e la Madonna del Popolo: simboli del potere civico
Credit: Fabio Muzzi
È lo sfondo di piazza della Vittoria, una meraviglia che sembra dominare sul via vai della gente e della movida serale. Costruito su volontà del Vescovo S. Damiano quale sede vescovile, a partire dall’XI secolo è divenuto sede del palazzo comunale e centro politico della città. Le sue sale hanno ospitato nel 1162, dopo la distruzione di Milano, l’imperatore Federico Barbarossa.
Il Palazzo confina con il Duomo di Pavia e insieme determinano due piazze e due spazi distinti, l’uno civile e l’altro religioso, quasi a volerci ricordare i due sistemi a governo della città.
Viene indicato come il più antico palazzo comunale della Lombardia e gli affreschi al suo interno ne testimoniano il passato glorioso. La costruzione è avvenuta a più riprese: l’ala verso est risale al 1186, quella su piazza Cavagneria nel 1198 e infine l’ala nord, che si affaccia sulla piazza ed era l’ex sede vescovile, fu incorporata nel 1236. Ha ospitato le carceri, una scuola femminile, la Casa del Fascio ed una scuola media. Oggi è un importante centro di cultura, sede di spazi espositivi e della Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia
Il mercato ipogeo: vita commerciale sotto la pavimentazione
Credit: Fabio Muzzi
Piazza della Vittoria, voluta dai Visconti, nasconde i resti della fognatura romana e un mercato che si può fregiare di essere stato il primo centro commerciale italiano. Storia e modernità hanno tentato di andare a braccetto, ma chissà se chi scende le scalinate per raggiungere i negozi ha coscienza del patrimonio storico cancellato dal moderno commercio. Era il 1959, l’Italia scopre il boom economico; nelle case entrano la televisione e il frigorifero, si viaggia in 600. Anche Pavia vive un periodo di benessere. Il consumismo avanza. Iniziano così, proprio nel ’59, gli scavi che porteranno due anni dopo all’inaugurazione del mercato sotterraneo: 43 stand, divisi in due zone per separare il settore alimentare dal non alimentare. La posizione strategica, in pieno centro città, unita all’occasione di avere in quell’unico spazio al coperto una ricca offerta commerciale, si rivelerà decisiva. Ma le regole del consumismo cambiano. Dopo cinquant’anni, il mercato non è più al passo con i tempi e il numero di stand si è dimezzato. Ristrutturato e inaugurato nel 2011 prende il nome di “ipogeo”.
Santa Maria in Gualtieri: dai cenobi romanici a spazio culturale
Credit: Fabio Muzzi
Su piazza della Vittoria si affaccia la chiesa sconsacrata di Santa Maria in Gualtieri. Risale al X secolo e la si deve al giudice e rappresentante imperiale Gualtiero che desiderò avere un edificio consacrato a Maria accanto alla sua abitazione. La chiesa, consacrata nel 1096 da papa Urbano II durante un suo viaggio a Pavia, fu soppressa nel 1789 e di questo se ne pagò caro il prezzo dal punto di vista architettonico perché, passata in proprietà ai privati, diventò in parte abitazione e in parte magazzino. Ben restaurata alla fine degli anni ’90 è riuscita a mantenere parte dell’antico fascino conservando ancora traccia delle volte e dei piloni che dividevano la chiesa in tre navate e affreschi, nell’abside meridionale, che rappresentano la più antica testimonianza di resti pittorici romanici a Pavia. La facciata, purtroppo, ha risentito delle varie manomissioni e viene fatta risalire al XVI secolo.
La chiesa è di proprietà del Comune di Pavia; viene utilizzata come spazio espositivo e sala convegni.
