Un tardo pomeriggio di fine ‘800, la stazione ferroviaria di Pavia e i passeggeri che si riversavano sul piazzale, diretti verso il cuore della città. Tra la folla un uomo, Gaetano Del Bo, che osservava con orgoglio la sua vettura a due cavalli, pronta a partire.
Fino a quel momento, il 1894, chi arrivava in treno doveva affidarsi agli omnibus degli alberghi “Croce Bianca” e “Tre Re”, oppure alle due sole carrozze pubbliche che stazionavano in Piazza della Legna, l’attuale Piazza Italia. Un servizio frammentato e insufficiente per una città in crescita.
Gaetano Del Bo, con la sua visione imprenditoriale, aveva deciso di colmare questa lacuna. La sua vettura, elegante e ben tenuta, offriva un collegamento diretto e affidabile tra la stazione e Corso Mazzini, la via principale di Pavia. Un servizio che avrebbe cambiato la vita di molti pavesi.
Il suo servizio di trasporto pubblico era diventato un’istituzione, un simbolo di progresso e modernità.
Ma il tempo non si ferma. Nel 1913, un nuovo mezzo di trasporto avrebbe solcato le strade di Pavia: il tram elettrico. L’8 marzo di quell’anno, il primo tram iniziò il suo percorso, segnando la fine dell’era delle carrozze a cavalli. Il servizio di Gaetano Del Bo, che aveva servito la città con dedizione per quasi vent’anni, lasciò il posto al futuro.
Eppure, l’eco degli zoccoli dei cavalli di Del Bo continuò a risuonare nella memoria dei pavesi, un ricordo di un’epoca di transizione, di un uomo che aveva saputo cogliere le esigenze della sua città e offrire una soluzione innovativa.