L’8 marzo 1466 moriva a Milano Francesco Sforza, il condottiero che aveva dato origine alla dinastia sforzesca e trasformato il Ducato di Milano in uno degli stati più potenti d’Italia. La sua figura è strettamente legata a due città simbolo del dominio sforzesco: Vigevano e Pavia.
Francesco Sforza comprese l’importanza strategica di Vigevano e si adoperò per trasformarla in una città rinascimentale all’avanguardia. Fu sotto il suo governo che iniziò il processo di sviluppo che portò alla costruzione di infrastrutture fondamentali, tra cui il potenziamento del castello, che divenne una delle residenze predilette della famiglia Sforza. La città si avviò così a diventare un centro di grande rilevanza artistica ed economica, sviluppo che sarebbe stato portato avanti con ancora maggiore determinazione dal figlio Ludovico il Moro.
Pavia, capitale culturale e sede dell’antica Università, fu un altro punto cardine della politica di Francesco Sforza. Egli investì molto nel consolidamento del potere sforzesco sulla città, rafforzando il Castello Visconteo e favorendo lo sviluppo dell’ateneo pavese. L’Università di Pavia, già prestigiosa, beneficiò delle sue politiche illuminate, attirando studiosi e studenti da tutta Europa. La città divenne così uno dei fulcri culturali e scientifici del Ducato di Milano.
Alla sua morte, Francesco Sforza lasciava un Ducato forte e ben amministrato, con solide infrastrutture e una rete di città fiorenti. La sua eredità fu raccolta dal figlio Galeazzo Maria Sforza, che però non ebbe la stessa capacità di governo del padre. Nonostante ciò, le trasformazioni volute da Francesco rimasero centrali nella storia del Ducato e segnarono profondamente il destino di Milano, Vigevano e Pavia per i secoli successivi.