Ernesto Majocchi nacque a Voghera il 4 marzo 1860 da Pompeo, impiegato comunale addetto al servizio di irrigazione, e da Teresa Lingua. Rimasto orfano di padre in giovane età, fu costretto ad abbandonare gli studi e iniziò a lavorare come garzone in una merceria .
Spirito ribelle e inquieto, da adolescente si avvicinò agli ambienti della scapigliatura politica milanese, inclusi da ideali democratici e repubblicani. Qui entrò in contatto con Achille Bizzoni, direttore de “Il Gazzettino rosa”, e ne adottò lo stile di vita bohémien e la scrittura provocatoria. Le sue prime esperienze giornalistiche includono collaborazioni con “La Riscossa”, organo dell’Associazione anticlericale di Tortona, e con il giornale torinese “Proximus tuus”.
Majocchi si considerò sempre un privilegiato per aver appreso il mestiere da Demetrio Papa, definito da lui stesso il “principe dei giornalisti”. Fu corrispondente da Voghera per il giornale milanese “L’Italia”, che Papa tentò di trasformare in un quotidiano democratico tra il 1885 e il 1886. Nei primi anni Novanta collaborò con “L’Italia del popolo”, quotidiano repubblicano-federalista di taglio popolare, che raggiunse tirature elevate sotto la direzione di Papa.
Nel 1894, a causa dei suoi articoli, Majocchi fu posto sotto sorveglianza dalle autorità e condannato agli arresti domiciliari. Riuscì però a fuggire in Svizzera, stabilendosi a Lugano, e successivamente si trasferì in Belgio. Rientrato a Voghera, continuò la sua attività giornalistica fino ai primi anni del Novecento.
A Voghera, Majocchi fondò il periodico socialista “L’Uomo che ride”, in cui affrontava temi come la delinquenza giovanile, l’analfabetismo, il divorzio, i diritti sociali e politici dei lavoratori e le condizioni dei carcerati. Il giornale raggiunse una tiratura di 4.000 copie. In questo contesto, offrì a Maria Giudice, futura sindacalista e femminista, l’opportunità di scrivere nell’appendice “Donna che piange”, insieme a Maria Venco e Maria Luisa Alessi .
La sua carriera giornalistica, sebbene movimentata e spesso ostacolata dalle autorità, si svolse principalmente a a Voghera, dove rimase una figura di spicco nel panorama socialista locale. Afflitto da problemi di salute e sofferenze personali, Ernesto Majocchi si tolse la vita nel 1907.