Solitario, massiccio, con la sua struttura in cotto che sfida il tempo: il campanile di Santa Maria in Betlem a Pavia, in Borgo Ticino, si presenta così. La sua è una storia che inizia intorno al XIII secolo, a lato dell’abside sinistra della chiesa. Al piano basso del campanile si trova l’ambiente più antico del resto della torre. Si tratta, probabilmente, di un sacrarium, ovvero l’antica sacrestia della chiesa.
Un legame con la Terra Santa
Il nome “Betlem” richiama il legame della chiesa con la Terra Santa, meta ambita di molti pellegrini. Si dice che il Borgo Ticino fosse una tappa importante nell’itinerario da Bordeaux a Gerusalemme, e la chiesa di S. Maria in Betlem rappresentava una sorta di “avamposto” simbolico della Terra Santa lungo il percorso. Anche perchè, qui, c’era l’antico Ospedale Ultraticino che dava accoglienza ai viandanti. L’Ospedale Ultraticino, fondato nel XII secolo, offriva ai pellegrini cibo, alloggio e cure mediche. Era un luogo di carità e ospitalità, dove i viandanti potevano riprendersi dalle fatiche del viaggio e trovare ristoro per il corpo e lo spirito.Oggi, come allora, c’è un ostello che ospita i pellegrini in cammino sulla via Francigena, antica strada di pellegrinaggio che collega l’Europa occidentale a Roma e Gerusalemme, attraversando anche il Borgo Ticino
La chiesa, sorta nel XII secolo su un preesistente edificio carolingio di cui ancora oggi si possono ammirare i resti, conserva al suo interno preziose testimonianze del passato. Le tre navate, i pilastri quadrilobati, le volte a vela e gli affreschi raccontano storie di fede, devozione e ospitalità. L’abside sinistra, in particolare, ospita un affresco del 1623 con la Vergine in trono tra Santi e committenti, mentre la prima cappella a sinistra custodisce un solenne altare marmoreo del XVIII secolo con la miracolosa statua della Madonna della Stella.
Un luogo di memoria e spiritualità
La chiesa di S. Maria in Betlem è un luogo di memoria, un punto di riferimento per i pellegrini di ieri e di oggi. La sua storia si intreccia con quella della Via Francigena, un’arteria di comunicazione e cultura che ha plasmato l’identità del territorio pavese. Ancora oggi, la chiesa continua ad accogliere i viandanti nel suo ostello, offrendo loro un momento di spiritualità e riflessione.