Il 27 gennaio 1945, le truppe dell’Armata Rossa sovietica, avanzando verso il cuore della Germania, liberarono il campo di sterminio di Auschwitz. Quel giorno, divenuto simbolo del Giorno della Memoria, ricorda i milioni di vittime della follia nazista e l’impegno a non permettere che simili orrori si ripetano. Tra i tanti che non scamparono ai lager, emergono anche le vicende di tre vogheresi, due dei quali non fecero ritorno. Le loro storie, in gran parte ancora da ricostruire, sono state rintracciate grazie alla banca dati nazionale e alla ricerca di Marco Savini, presidente dell’Aned provinciale.
Antonio Bauer
Nato a Briga il 17 febbraio 1914 e residente a Voghera, Bauer era giardiniere. Rimasto vedovo con un figlio, viveva con il suocero Pietro Tagliaferri. Non si conoscono con esattezza le circostanze del suo arresto. Antonio fu deportato da Bolzano al campo di Mauthausen, dove arrivò l’11 gennaio 1945 con il numero di matricola 115368. Morì a Gusen il 24 aprile 1945, a poche settimane dalla liberazione.
Giuseppe Comizzoli
Nato a Voghera il 6 gennaio 1890, Comizzoli si trasferì a Torino, dove lavorava come operaio meccanico. Fu membro di una squadra d’azione partigiana (SAP) dal 14 settembre 1943 al 6 marzo 1944, utilizzando il nome di battaglia “Bepu.” Arrestato in circostanze non ancora chiarite, Giuseppe fu deportato a Mauthausen il 20 marzo 1944, con matricola 58810. Trasferito prima a Gusen il 24 marzo, poi al Revier di Mauthausen il 28 aprile dello stesso anno, il destino di Comizzoli rimane incerto: non si conosce la data della sua morte.
Giuseppe Corradini
Nato a Longhena (Brescia) il 23 febbraio 1920, Corradini era artigiano e residente a Voghera. Richiamato alle armi, fu arrestato a Villa del Mevolo (Trieste) il 9 settembre 1943 e deportato nel campo di Dachau con il numero di matricola 232020. Successivamente, fu trasferito a Merseburg il 26 settembre 1943 e infine al lager di Sarpliz–Halle, in Sassonia, il 20 febbraio 1945. Corradini sopravvisse all’orrore: venne liberato l’8 maggio 1945.