Il 13 novembre 1359 rappresenta una data cruciale per la storia di Pavia: dopo anni di aspre lotte interne, assedi e devastazioni, la città, ormai afflitta da fame e pestilenze, cede le chiavi al signore milanese Gian Galeazzo Visconti II. Questa resa non solo segna la fine dell’autonomia comunale, ma inaugura un periodo di rinascita che cambierà il volto di Pavia.
Sotto la dominazione dei Visconti, la città si trasforma profondamente. Nel 1361, Gian Galeazzo fonda l’Universitas Studiorum, che diventa presto uno dei principali centri culturali d’Italia, attirando studenti e studiosi da tutta Europa. La presenza della corte viscontea fa di Pavia un polo di vita politica e intellettuale, stimolando una nuova epoca di progresso. I Visconti potenziano le fortificazioni cittadine e promuovono importanti opere urbanistiche che danno un nuovo assetto alla città. Tra queste, spicca l’inizio della costruzione della Certosa nel 1394, un simbolo d’arte e religiosità che arricchirà ulteriormente Pavia nei secoli a venire.
La dominazione viscontea prosegue con alterne vicende fino alla morte di Gian Galeazzo nel 1378, evento che apre un periodo di incertezze. Solo con Filippo Maria Visconti, la successione si consolida, e Pavia continua a beneficiare dell’investimento visconteo in termini di architettura, cultura e prestigio.
Questo periodo segna dunque una rinascita, portando Pavia da una lunga crisi a un momento di splendore che riporta la città al centro della vita politica e culturale dell’Italia medievale.