La Confraternita della Morte di Vigevano, un’antica istituzione dedicata alla sepoltura dignitosa dei defunti poveri o senza familiari, affonda le sue radici il 5 novembre 1599, quando il Vescovo di Vigevano, Mons. Marsilio Landriano, ne autorizzò la fondazione. Tale autorizzazione nacque su richiesta di alcuni fedeli, desiderosi di istituire una “Compagnia et Confraternita de Disciplini sotto il titolo della Morte.” Questa confraternita, tuttora attiva, si impegna a garantire un ultimo saluto rispettoso a coloro che altrimenti sarebbero stati dimenticati.
Subito dopo la sua istituzione, la Confraternita decise di edificare una chiesa adeguata alle proprie attività. La prima pietra della Chiesa di Santa Maria della Neve venne posta il 27 ottobre 1600, e la struttura fu completata nel 1605. Questa chiesa, oltre a essere un luogo di preghiera, divenne il centro delle attività della Confraternita della Morte, una presenza che sopravvisse persino alle soppressioni napoleoniche. Durante il periodo napoleonico, infatti, molte congregazioni religiose furono sciolte, ma la Confraternita della Morte riuscì a mantenersi attiva, svolgendo un compito che nessun’altra istituzione poteva assumersi: la sepoltura dignitosa dei defunti più bisognosi.
Il simbolismo dell’abito nero, ornato con una collana di tessuto rosso, rappresenta la solennità e la devozione al servizio dei defunti. Questo abbigliamento speciale, utilizzato dai confratelli, è un segno distintivo che richiama l’impegno della confraternita verso i più deboli e gli emarginati.
Il 7 aprile 1985, la Confraternita della Morte di Vigevano ha aggiornato il proprio statuto, adeguandolo alle esigenze moderne ma senza rinunciare alla sua missione originaria: suffragare le anime dei defunti e assicurare loro un addio rispettoso.