“Un lavoro in Polaroid per immergersi in una New York pulsante, alla ricerca del ritmo di Umberto Boccioni e della dinamica cinetica del ‘Nudo che scende le scale’ di Marcel Duchamp.” La mostra fotografica al Collegio Ghislieri invita a una vertiginosa esplorazione visiva attraverso le Polaroid di Maurizio Galimberti. Con il suo stile iconico di scomposizione e ricomposizione delle immagini, Galimberti crea un mosaico di scatti che cattura l’essenza in movimento della città, rendendo omaggio ai futuristi Boccioni e Duchamp.
Attraverso l’uso sapiente delle Polaroid, l’artista gioca con la percezione e la temporalità, rompendo la fissità dell’istante per mostrare una New York fluida e dinamica, dove ogni scatto è una finestra su frammenti di vita che si intrecciano. Questo progetto fotografico si lega al ciclo di incontri “Elezioni americane”; la mostra, inaugurata il 16 ottobre nel Salone San Pio del Collegio Ghislieri, resterà aperta fino al 19 novembre.
L’esposizione non è solo una serie di immagini, ma un viaggio sensoriale attraverso una città in costante trasformazione, un invito a perdersi nel suo ritmo frenetico e nel gioco di luci e ombre che Galimberti riesce a catturare in ogni scatto.
Maurizio Galimberti (1956) si accosta al mondo della fotografia analogica con l’utilizzo di una fotocamera ad obbiettivo rotante Widelux. Dal 1983 sceglie, in maniera radicale e definitiva, l’uso della Polaroid. Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa testimonial ufficiale realizzando il volume Polaroid Pro Art pubblicato nel 1995. Viene nominato Instant Artist, è ideatore della Polaroid Collection Italiana e ottiene il prestigioso Gran Prix Kodak Pubblicità Italia. Continua la sua ricerca con Polaroid reinventando la tecnica del Mosaico Fotografico che inizialmente adatta ai ritratti (dal figlio Giorgio allo stilista Michele Trussardi, dall’étoile Carla Fracci all’artista Mimmo Rotella). In questi lavori è evidente il richiamo al fotodinamismo dei fratelli Arturo e Carlo Ludovico Bragaglia e la ricerca del ritmo, del movimento. Attraverso la tecnica del Mosaico Galimberti ritrae anche paesaggi, architetture e città. Con equilibrio, il fotografo alterna l’emozione per la composizione – dove si fa più manifesta la ricerca del ritmo – ad una propensione verso il particolare, verso la scena intima da riprendere e immortalare, la cui resa è rappresentata da un unico scatto nella singola polaroid. I suoi lavori sul paesaggio, sulle città e sullo spazio alternano queste due differenti modalità di raccontare una stessa realtà. Tra il 1997 e il 1999 Galimberti realizza due importanti lavori per le città di Parigi e Lisbona e inizia la propria riflessione sull’importanza di riuscire a raccontare, attraverso le immagini, la storia, la musica, il vissuto di un luogo. Nel 2003 dà alle stampe il volume “Viaggio in Italia”, un racconto del nostro paese attraverso le Polaroid singole. Nel 2006 Galimberti si reca per la prima volta a New York e comincia la una ricerca sulla luce, sull’energia di questa città che per l’artista si trasforma nella rappresentazione ideale del mondo contemporaneo. Alle produzioni su New York seguono i lavori in altre città: Berlino, Venezia e Napoli. La sua instancabile propensione per la ricerca di altri modi di rappresentare, della contaminazione fra le varie realtà e gli elementi che le caratterizzano, del desiderio di restituire nuova vita alle cose e agli oggetti del passato si traduce nella realizzazione dei ready-made e delle inedite sperimentazioni con una nuova pellicola. “Nutrire il pianeta. Energia per la vita” è il tema di un progetto sulla città di Milano che Galimberti ha presentato in occasione di Expo 2015.
INFORMAZIONI
Orari mostra: lun-ven 15,00 – 18,00
Per prendere appuntamento: formazione@ghislieri.it
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