Nei Musei Civici di Pavia è custodita da quasi due secoli una gemma preziosa e poco conosciuta: la matrice in rame incisa a bulino da Marcantonio Raimondi, raffigurante la celebre “Strage degli innocenti”. Questo straordinario manufatto rappresenta una delle testimonianze più significative del dialogo tra genio artistico e maestria tecnica del Rinascimento.
La composizione è un’invenzione di Raffaello Sanzio, il grande maestro del Rinascimento italiano, che nei primi decenni del Cinquecento introdusse una rivoluzione nel mondo della comunicazione visiva. Ispirandosi alle sperimentazioni di Albrecht Dürer e Andrea Mantegna, Raffaello comprese il potenziale delle stampe come veicolo per diffondere le proprie idee in larga scala. Per farlo, si affidò a Marcantonio Raimondi, uno dei più celebri incisori del suo tempo, che realizzò questa matrice in rame a partire dai disegni del maestro.
La “Strage degli innocenti” è un’opera di rara intensità, in cui si mescolano dramma e bellezza. La scena biblica viene reinterpretata da Raffaello con un dinamismo che si riflette nelle linee raffinate e nei dettagli minuziosi di Raimondi. La matrice incisa ha permesso di riprodurre l’opera in numerosi esemplari, rendendo il messaggio di Raffaello accessibile a un pubblico più vasto, in un’epoca in cui le stampe cominciavano a giocare un ruolo cruciale nella diffusione del sapere artistico e culturale.
Questo capolavoro conservato a Pavia non è solo un oggetto d’arte, ma anche una testimonianza della collaborazione tra pittori e incisori e dell’evoluzione delle tecniche di stampa che hanno rivoluzionato la trasmissione dell’immaginario visivo. Nonostante la sua importanza, la matrice è ancora poco nota al grande pubblico, un tesoro che attende di essere riscoperto dagli appassionati d’arte e dai curiosi della storia del Rinascimento.