Renzo Montagna, militare di carriera decorato durante la Prima guerra mondiale, fondò i Fasci di Combattimento dopo il congedo e fece carriera nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Durante la Seconda guerra mondiale, comandò un battaglione di Camicie Nere e svolse un ruolo significativo nella Repubblica Sociale Italiana, sostenendo il regime fascista fino alla fine del conflitto.
Nel 1944, Montagna fu giudice nel processo di Verona contro i membri del Gran Consiglio che avevano votato l’ordine del giorno Grandi, provocando la caduta del governo Mussolini il 25 luglio 1943. Alcuni giudici si opposero alla condanna a morte degli imputati, e Montagna si batté in particolare per salvare il generale Emilio De Bono, ma il suo sforzo fu vano.
Al termine della guerra, Montagna rimase latitante fino a quando ottenne l’amnistia dalla Corte d’Assise di Como nel maggio 1947. Successivamente, si ritirò a vita privata e morì a Voghera il 6 luglio 1978.