La sorte fece sì che nel corso dei secoli Pavia si ritrovasse coinvolta in numerose dispute con conseguenti attacchi e assedii che resero necessario il ricorso a mura difensive. La prima cerchia venne realizzata in epoca romana e potenziata dagli Ostrogoti. Le porte da cui si entrava in città sono rimaste solo nella toponomastica: Porta Palacense, Porta Marica, Porta Damiani, Porta Pertusi.
Una nuova e più resistente cerchia muraria fu terminata sul finire del XII secolo per poi essere dotata di bastioni nel XVI secolo dagli spagnoli che decretarono il nome con cui ora sono conosciute: le mura spagnole appunto. C’era Porta Calcinara, chiamata così perché nei suoi pressi veniva scaricata la calce (ma anche sassi e marmo) che arrivava dal Lago Maggiore sfruttando il Ticino. Vicino a Porta Salara, distrutta dai bombardamenti sul finire della Seconda Guerra Mondiale, arrivava invece a bordo di grandi barconi il sale dal mar Adriatico che veniva distribuito in tutta la Lombardia.
Oltre a Porta Calcinara è ancora possibile vedere i resti di altri due ingressi in città: Porta San Vito, ora conosciuta come Porta Milano e profondamente rinnovata nel corso dell’Ottocento (con ai lati le due statue che rappresentano Po e Ticino), e Porta Nuova risalente all’XI secolo che pare debba il nome a un ponte di barche denominato “nuovo” che la collegava con il bastione presente sull’altra riva del Ticino.
(Bruno Gandini)