Le mura difensive di una città sono il racconto di battaglie e conquiste. Così è stato anche per Pavia. Dotata di un’imponente struttura difensiva, la città subì un duro colpo durante la Battaglia di Pavia del 1525 e il successivo sacco della città nel 1527. L’artiglieria francese distrusse l’ala nord del Castello Visconteo e gran parte delle mura, lasciando una ferita visibile nell’architettura della città. La determinazione di Ferrante Gonzaga, governatore dello stato di Milano, di ricostruire e rafforzare le difese portò alla costruzione delle famose “mura spagnole”, nel 1546.
Le mura erano dotate di 12 bastioni, terrapieni e mezzelune comprendendo un nuovo complesso difensivo che arrivava fino al Ponte Coperto. Per finanziare l’opera venne istituita una nuova tassa per i cittadini, che andava ad aggiungersi ai finanziamenti del governo spagnolo. I lavori, tuttavia, non furono mai completati a causa dell’erosione del tratto sudoccidentale provocate dalle acque del Ticino.
Le parti rimanenti delle mura, tra cui un tratto oggi ancora ben visibile in viale Gorizia, sono un pezzo importante di storia pavese. Oggi sono entrate a far parte del tessuto urbano della città, affacciandosi su un parcheggio pubblico che loro stesse sembrano proteggere.
(Raffaella Costa)