Il primo inventore della macchina da scrivere è un lomellino. Pietro Conti, nato a Cilavegna il 2 maggio 1796, deve la sua fama, oltre che per il contributo nella nascita della stenotipia, all’ideazione nel 1823 del tachigrafo precursore della macchina per scrivere. Una macchina disse, “capace di tenere dietro alle parole di un oratore”, anche senza l’uso della vista, che stampava su carta, cera e metalli teneri ogni tipo di carattere. Il suo genio, però, non fu compreso subito e Conti non ebbe la fortuna che meritava. La sua macchina da scrivere, a tasti, leve e nastro inchiostrato, solo all’inizio del Novecento divenne in America e Europa il mezzo più usato per la redazione degli atti d’ufficio. In Italia si dovrà aspettare fino al 1956 per consentire che gli originali degli atti pubblici – dagli atti del Governo, a quelli dei tribunali e delle pubbliche amministrazioni in genere, potessero essere scritti a macchina, anziché a mano.
(Raffaella Costa)