L’abito non fa il monaco si sa, ma un cappotto può dare visibilità e decoro ad un uomo altrimenti ignorato e umiliato dal suo crudele capoufficio e dai suoi meschini colleghi.
Renato Rascel, nei panni e nel cappotto dell’umile scrivano Carmine de Carmine, si muove,invisibile al mondo,in questa Pavia, che come dirà Lattuada, fu scelta quale set delle riprese perché poteva ricordare San Pietroburgo, dove si svolge il celebre racconto di Gogol da cui è tratto il film. La delegazione Sovietica presente a Cannes, dove il film fu presentato sfiorando la vittoria, si complimentò per la scelta dei luoghi.
Le location delle riprese sono: i portici di Viale Bligny inizio del film, Palazzo Mezzabarba la sede dell’ufficio di Carmine,Porta Calcinara e il Ponte coperto set del tragico epilogo.
Quello che mancò e che ci si aspettava durante le riprese in quell’ inverno, fu la neve, che non scese, quella che si vede nel film è tutta artificiale.
(Antonio Ramaioli)