C’è un luogo, poco fuori Copiano, dove la pianura si fa silenziosa e il tempo sembra rallentare. Lì, lungo la statale 235 tra Pavia e Lodi, si trova il Santuario della Colombina: un piccolo edificio di campagna che custodisce una grande devozione, soprattutto legata alla maternità e al mistero della vita. Le sue origini sono antiche: il primo documento che ne parla è del 1460, ma la presenza del santuario è quasi certamente precedente. Nei secoli, ha attraversato diverse trasformazioni – ristrutturato nel 1729, ricostruito e consacrato nel 1824 – fino ad assumere l’aspetto attuale: una chiesetta a navata unica, con abside semicircolare, un oculo centrale e un ingresso semplice, incorniciato da bassi muretti. Un’architettura essenziale, immersa nel verde e raggiungibile tramite un vialetto sterrato costeggiato da filari di alberi. Un piccolo rifugio spirituale nel cuore della pianura lombarda.
Ma c’è un momento in cui questo angolo silenzioso si anima: ogni anno, a marzo, si celebra la festa del Santuario, con una toccante cerimonia di benedizione per le donne in attesa o che desiderano diventare madri. Un appuntamento che unisce fede, emozione e comunità.
All’interno si venera un’antica icona della Madonna che allatta Gesù, una scena tenera e potente, che attira donne e famiglie in cerca di conforto, protezione o semplicemente una carezza spirituale. È un luogo dove si affida la vita, nelle sue forme più fragili e preziose.
E forse non tutti sanno che Pier Paolo Pasolini rimase affascinato proprio da questa atmosfera sospesa e potente. Tanto da scegliere la Colombina come set per alcune scene del film Teorema, con Silvana Mangano. Un tocco di cinema che ha lasciato un’impronta artistica su queste pietre e ha reso il santuario noto anche al di fuori della zona.
Alla Colombina si viene per cercare qualcosa: una risposta, una speranza, un momento di pace. Ma spesso si riparte con qualcosa di più: la sensazione profonda che, nonostante tutto, la vita sia ancora un dono da accogliere e custodire.