Sant’Angelo Lomellina, un piccolo comune di pianura, custodisce un pezzo di storia millenaria. Situato lungo l’antico tracciato della Via Francigena, il borgo rappresentava una tappa cruciale per i pellegrini diretti a Roma o in Terra Santa. Prima di raggiungere la vicina Mortara, i pellegrini dovevano affrontare l’ostacolo del torrente Agogna. Le piene improvvise e la difficoltà di guado spingevano molti a cercare riparo a Sant’Angelo. Qui, un modesto punto di accoglienza gestito dai monaci offriva ristoro e protezione nella chiesa di San Rocco che si faceva luogo di preghiera e di rifugio per i pellegrini.
La chiesa si trova appena fuori dall’abitato, vicino al cimitero, e cattura immediatamente lo sguardo del visitatore. San Rocco, cara al cuore dei santangelesi, è un simbolo di resilienza e fede. Nel corso dei secoli, la comunità locale l’ha protetta con tenacia, preservandola dalle insidie del tempo e dalle turbolenze della storia.
Le sue origini si fanno risalire all’ XI secolo e coincidere in un luogo di culto dedicato a Santa Maria delle Grazie.
La leggenda narra che nel 1348, durante la devastante epidemia di peste nera, San Rocco, proveniente da Piacenza e diretto a Novara, sostò in questo luogo. Da allora, la chiesa avrebbe assunto il nome del santo, divenendo un simbolo di protezione e guarigione.
La chiesa di San Rocco, nella sua veste attuale, risale al XV secolo, conservando però l’impianto romanico originario. La struttura, ad aula unica, culmina in un’abside quadrata con volta a crociera, accessibile attraverso un elegante arco a sesto acuto. Le dimensioni contenute dell’edificio, 11,20 x 8 metri, e il pavimento in cocciopesto, testimoniano la sua umile origine.
La facciata a capanna, con la sua linea di pietra a vista e la bordura geometrica in cotto trecentesca, è un vero e proprio scrigno di storia. Quattro aperture ne scandiscono la superficie: il portale a sesto acuto, il rosone centrale e due finestre rettangolari strombate.

Deposizione di Cristo nel sepolcro
L’interno della chiesa è un tripudio di colori, grazie agli affreschi che ricoprono interamente le pareti. Queste opere, realizzate da artisti quattrocenteschi e cinquecenteschi di scuola vercellese e mortarese, rappresentano un esempio unico nel panorama lomellino. Tra gli autori, spicca Tomasino da Mortara, l’unico pittore anagraficamente lomellino di cui si conosca il nome.
La chiesa di San Rocco è stata oggetto di numerosi restauri nel corso dei secoli, grazie alla devozione e alle donazioni della comunità locale. Nel 1576, 1676 e 1735, l’edificio fu sottoposto a interventi di restauro, mentre nell’Ottocento i cittadini riuscirono a salvarlo dalla distruzione.
Dopo un periodo di declino, la chiesa è stata riportata all’antico splendore grazie a recenti lavori di risanamento. Oggi, questo gioiello di arte e storia è tutelato dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, testimoniando il valore del patrimonio storico-artistico di Sant’Angelo Lomellina.