Nel cuore dell’Oltrepò Pavese, un comune ha fatto della sua tradizione vinicola il motore del cambiamento. Fino al 1886, Canneto Pavese si chiamava Montù de Gabbi, un nome che rischiava di non rendere giustizia alla sua identità. La svolta avvenne il 27 novembre 1868, quando il consiglio comunale propose di cambiare la denominazione.
La ragione? Economica e di immagine: “L’unico prodotto delle nostre terre è il vino; esso si consuma in Lombardia ed è delizia dei Lombardi che lo chiamano per vino de’ Caneto”, si legge nel verbale di quella seduta. Il nome “Montù de Gabbi” non evocava nulla agli appassionati di quel vino prelibato e generoso, conosciuto non solo in Lombardia, ma anche in altre città italiane e persino in America.
Nonostante questa motivazione convincente, la richiesta iniziale fu respinta dal Ministero dell’Interno. Solo dopo una seconda proposta, il comune ottenne finalmente il via libera: dall’1 gennaio 1886, Montù de Gabbi diventò ufficialmente Canneto Pavese, un nome che celebrava il legame con il vino e le sue radici agricole.
Radici storiche e comunità scomparse
Questa trasformazione, però, è solo l’ultimo capitolo di una storia lunga e complessa. Quello che oggi conosciamo come un unico comune, nei secoli passati era un insieme di piccole comunità autonome. Fino al Settecento, Montù de Gabbi (o Montuè), Beria, Vigalone, Canneto e Monteveneroso erano realtà indipendenti. Fu solo verso la fine del XVIII secolo che, ritenute troppo piccole per reggersi da sole, vennero unificate.
Nel 1783, Beria, Vigalone e Canneto entrarono a far parte del consiglio comunale di Montù de Gabbi. Monteveneroso, invece, continuò a esistere come comune separato fino al 1804.
Un nome che racconta la vite
Ma perché il nome “Canneto”? La curiosità affonda le sue radici nella coltivazione della vite. Prima dell’introduzione dei pali in legno nel Seicento, le viti venivano sostenute da canne. Questo dettaglio agricolo, apparentemente insignificante, è diventato simbolo dell’identità del territorio, lasciando traccia persino nel toponimo.
Oggi Canneto Pavese porta con sé una storia unica, fatta di piccoli comuni, grandi vini e una capacità straordinaria di reinventarsi. Un esempio affascinante di come il passato possa modellare il futuro, brindando al successo.