Severino Grattoni, nato il 9 dicembre 1815 a Cervesina, piccolo borgo vicino a Voghera, è ricordato come una figura chiave nella storia dell’ingegneria italiana e mondiale. Architetto, ingegnere e politico, Grattoni legò il suo nome alla costruzione del Traforo ferroviario del Frejus, un’opera titanica che segnò una svolta nei collegamenti tra Italia e Francia. Tuttavia, oltre alla sua fama tecnica, la vita di Grattoni è ricca di curiosità e legami profondi con il territorio vogherese.
Grattoni nacque in una famiglia numerosa: terzo di sei figli, crebbe in condizioni economiche modeste. Suo padre lavorava come fattore presso il castello quattrocentesco di San Gaudenzio, proprietà del nobile ingegnere Severino Radice, figura che forse ispirò il giovane Grattoni a perseguire una carriera tecnica. Nonostante le difficoltà, i genitori riuscirono a farlo studiare, e Severino si laureò in ingegneria idraulica nel 1836, a soli 21 anni, presso l’Università di Torino.
Un altro elemento curioso della vita di Grattoni è la sua lunga permanenza a Porana, frazione di Pizzale, vicino Voghera. Qui visse in Villa Meroni, una maestosa dimora probabilmente acquistata grazie alla dote della moglie Delfina Baudi di Selve, vedova del fratello Siro. Villa Meroni divenne il suo rifugio durante gli anni più intensi della carriera, ospitando i suoi progetti e forse le prime discussioni sulla galleria del Frejus.
Oltre a essere un brillante ingegnere, Grattoni fu anche un attivo politico. Dopo il debutto parlamentare nel 1848, rappresentò il collegio di Voghera dal 1865 al 1874. Qui, Grattoni non solo contribuì al dibattito politico, ma mantenne vivo il legame con il territorio, impegnandosi per il progresso tecnico e infrastrutturale.
Il suo capolavoro resta però il Traforo ferroviario del Frejus, lungo oltre 12 chilometri. Grattoni lavorò a stretto contatto con Germain Sommeiller e Sebastiano Grandis, con cui brevettò la rivoluzionaria perforatrice pneumatica, prodotta dalla società Ansaldo di Sampierdarena. Questa macchina fu la chiave per superare le immense sfide tecniche poste dallo scavo della montagna.
A Torino, Grattoni è ancora ricordato nel monumento di Piazza Statuto, dove il “Genio della Scienza” incide il suo nome accanto a quelli di Sommeiller e Grandis.
Grattoni era un uomo dai molteplici interessi. Tra i suoi progetti torinesi si annoverano la ristrutturazione di un opificio da seta e un’antica polveriera nel Borgo Dora. Non meno rilevanti furono le sue pubblicazioni, tra cui quella sul progetto per utilizzare le acque della Scrivia come forza motrice per i convogli ferroviari.
Severino Grattoni non fu solo un pioniere dell’ingegneria, ma anche un uomo profondamente legato alle sue origini vogheresi. Le sue radici a Cervesina, il suo legame con Porana e il suo impegno per Voghera come parlamentare disegnano il ritratto di un uomo che, pur lasciando il segno a livello internazionale, non dimenticò mai il territorio che lo vide nascere.