Nel panorama dell’Umanesimo italiano, il legame tra Giovanni Pico della Mirandola e la città di Pavia rappresenta un capitolo significativo, seppur relativamente breve, della vita dell’illustre filosofo. Il suo soggiorno presso l’Università di Pavia, una delle più antiche e prestigiose d’Europa, si colloca tra il 1482 e il 1483, durante gli anni formativi del giovane pensatore.
L’Università di Pavia, fondata nel 1361, era all’epoca uno dei centri più importanti per lo studio del diritto canonico e civile. Pico vi giunse all’età di diciassette anni, dopo aver già studiato a Bologna e Ferrara. La scelta di Pavia non fu casuale: l’ateneo godeva di grande fama per i suoi studi giuridici e filosofici, e vi insegnavano alcuni dei più rinomati maestri del tempo.
Durante il suo soggiorno pavese, Pico, appena diciannovenne, entrò in contatto con un ambiente culturale estremamente stimolante. L’università era un crocevia di correnti di pensiero diverse, dove si confrontavano l’aristotelismo medievale, le nuove istanze umanistiche e gli studi filologici. Qui ebbe modo di studiare il greco, ma la sua permanenza a Pavia non durò molto.
Sebbene il soggiorno di Pico a Pavia sia stato relativamente breve, la sua influenza si riflette in diversi aspetti del suo pensiero maturo. L’ambiente universitario pavese, con la sua ricca tradizione di studi giuridici e filosofici, contribuì sicuramente a plasmare quello che sarebbe diventato uno dei più originali pensatori del Rinascimento italiano.
Gli anni trascorsi a Pavia possono essere considerati come un periodo di gestazione intellettuale, durante il quale il giovane Pico acquisì molti degli strumenti concettuali che gli avrebbero permesso di elaborare la sua visione sincretistica della cultura e della filosofia, culminata nella celebre “Oratio de hominis dignitate”.