C’è un santuario, nascosto tra i campi che si estendono da Cilavegna verso Parona, che custodisce una storia tanto curiosa quanto affascinante: il Santuario di Sant’Anna.
La leggenda racconta che l’affresco prezioso di Sant’Anna, oggi custodito qui, si trovasse in origine in una piccola cappella rurale in una zona chiamata “la Calderina,” sotto la parrocchia di Parona. Ma quando i nuovi confini vennero definiti, la cappella passò ufficialmente a Parona, e questo non piacque affatto ai cittadini di Cilavegna, profondamente devoti a Sant’Anna. Così, in una mossa degna di un racconto leggendario, i Cilavegnesi trasportarono l’affresco durante la notte, portandolo nei loro vigneti, e proprio lì, al riparo tra i filari, decisero di costruire una chiesetta in suo onore. Sant’Anna divenne così la protettrice delle vigne, allora fondamentale per l’economia della zona.
La piccola chiesa rischiò di essere abbattuta nel 1871, quando venne tracciato il percorso del Canale Cavour. Tuttavia, l’ingegnere Giuseppe Pisani, originario di Cilavegna, si batté con forza per salvarla, ed è grazie a lui se oggi il santuario è ancora in piedi, circondato da un castagneto rigoglioso e meta di pellegrinaggi devoti.
All’interno, sopra l’altare, si trova l’affresco della Santa con la Vergine Maria e San Gioacchino, attribuito alla scuola del celebre Gaudenzio Ferrari. La struttura originaria era molto semplice, con una sola navata, ma nel 1889 il sacerdote Del Console avviò un ampliamento che portò alla chiesa attuale, con tre navate a croce greca e uno stile romanico, mantenendo però una parte dell’antica costruzione ancora visibile nella navata anteriore. L’intero interno venne decorato dal pittore F. Villa di Vigevano.
Oggi, il Santuario di Sant’Anna si eleva solenne con i suoi tre altari: il maggiore, quello dedicato alla Beata Vergine di Lourdes e quello a Santa Rita da Cascia. Ogni anno, il 26 luglio, il santuario diventa centro di festeggiamenti tradizionali per la festa di Sant’Anna, accogliendo fedeli e curiosi che partecipano a una celebrazione sentita e vissuta come una vera tradizione locale.