Nel Novecento, le rive del Ticino, poco oltre il Ponte Coperto, di mattina presto si affollavano di lavandaie, Tutte al solito posto, armate di spazzole e sapone. E di quell’energia che più che forza fisica era spinta morale a raggranellare quei soldi sudatissimi per mettere insieme il pranzo con la cena in famiglia. Sia d’estate che d’inverno, sotto il sole cocente o aggredite da un gelo pungente, le lavandaie lavavano i panni con le mani sempre in acqua, come ben documenta la foto pubblicata nel volume Come eravamo. Pavia 1860-1960 edito da Typimedia. Molto più tardi, ben dentro il secolo scorso, arrivarono le lavatrici. Quando ormai, generazioni di donne, si erano sfiancate di fatica per lavare i panni nelle acque del Ticino.
Foto da Come eravamo Pavia (1860-1890) edito da Typimedia. Approfondisci e acquista qui